[vc_row][vc_column][vc_column_text]Guerriglia marketing (dall’inglese/spagnolo Guerrilla Marketing) è la definizione coniata dal pubblicitario statunitense Jay Conrad Levinson nel 1984 nel suo libro omonimo per indicare una forma di promozione pubblicitaria non convenzionale e a basso costo ottenuta attraverso l’utilizzo creativo di mezzi e strumenti aggressivi che fanno leva sull’immaginario e sui meccanismi psicologici degli utenti finali.
Il Guerrilla Marketing originale non è, al contrario di quanto si crede, il semplice creare delle azioni eclatanti che fanno parlare di sé, bensì un approccio sistematico al marketing dedicato alle Piccole e Medie Imprese. Anzi per la definizione che ha dato il suo creatore, ogni azione illegale o contro i costumi locali non è guerrilla marketing.
Uno dei primi esempi di guerrilla marketing è stata la leggenda metropolitana messa in rete, e da lì lanciata dagli altri media, in cui si parlava di quattro cineasti scomparsi in una foresta del Maryland nel 1994, di cui sarebbero state ritrovate le riprese a distanza di anni; un sito web trattava del caso, e dopo poco uscì nei cinema il film The Blair Witch Project.
Anche se molte aziende promettono azioni guerrilla, il concetto stesso di azione guerrilla è errato, in quanto lo studio della disciplina prevede un piano strategico ben specifico (non diversamente da un piano di marketing tradizionale) e delle tattiche (cosiddette “armi”) da implementare per raggiungere l’obiettivo.
Il guerrilla marketing in Italia
In Italia, il guerrilla marketing è entrato nei primi anni del duemila, sospinto dalla ricerca di nuove applicazioni dei sistemi di media hoax già sperimentati, senza scopi commerciali o pubblicitari, da parte del nome collettivo Luther Blissett. Alcuni membri del Luther Blissett Project hanno dato vita a Roma a guerrigliamarketing.it, la prima organizzazione italiana che ha tentato, con successo, di applicare sistemi di marketing così audaci al business, come nel caso della bufala mediatica degli UFO (o sette sataniche) nel parcheggio sterrato di Aquafan di Riccione da una idea del DG Claudio Villa e Andrea Pollarini, estate 2001, organizzata in collaborazione con il Comune.
Anche il mondo del non profit ha fatto uso della guerriglia mediatica. Un caso vistoso è rappresentato dall’iniziativa dell’associazione ambientalista Terra!, che ha collocato maschere antigas e cartelli stradali alle 150 statue storiche di Roma, per protestare contro le emissioni di CO2 e i gas serra (l’azione è stata poi replicata a Genova e Padova).
Due casi controversi sono la campagna di SKY a supporto della serie Romanzo criminale – La serie e Street Museum a supporto del profilo tariffario TIM Tribù. Nel primo caso (ottobre 2008) sono stati posizionati di fronte al Palazzo della Civiltà Italiana di Roma dei busti similmarmo riproducenti quattro appartenenti alla Banda della Magliana. L’operazione ha suscitato l’intervento del sindaco Gianni Alemanno, che ha definito la posa dei busti «un’operazione di cattivo gusto». Nel caso di Tim Tribù Street Museum sono state incorniciate alcune opere di StreetArt per lanciare un contest.
Un esempio di Guerrilla Marketing è l’operazione “Angeli Precari”, con la quale Roma, nel dicembre 2008, è stata tappezzata di volantini riproducenti due misteriosi angeli, Angelo Precario ed Angela Precaria, i quali cercando disperatamente qualcuno da proteggere invitavano ad essere contattati su Facebook. Si trattava di un’azione di guerrilla ideata per promuovere il nuovo e-shop di un’azienda orafa. Sullo stesso stile la campagna pubblicitaria attribuita dai media ad un fantomatico “benefattore anonimo” che nell’autunno del 1993 ha tappezzato l’Italia di manifesti con foto di bambini recanti la scritta “Fozza Itaia”, preludendo con ciò al nuovo partito Forza Italia che sarebbe comparso nei mesi successivi.
In un altro caso, per il lancio di una nuova marca di streetwear, la società ha sfruttato le telepromozioni di un operatore telefonico all’apertura di gare sportive per diffondere il marchio: gli attori sono vestiti con una polo e con accessori con visibile il logo della neonata casa di moda italiana. Questo tipo di operazioni di guerrilla prendono il nome di Ambush marketing.
Nel dicembre 2011 è stata fatta una campagna di guerriglia marketing utilizzando un fantomatico prodotto spray orale: Rednoze, proposto on line, per evitare il test dell’etilometro. Scopo dell’iniziativa è stato quello di sensibilizzare i consumatori di alcool sui pericoli dell’elusione e dei mancati controlli.
Un caso che ha suscitato notevoli sospetti è stata la pubblicizzazione mediatica (perché parlare di dolo ovvero diffusione apposita di un’epidemia per pubblicizzare un film non risultava ragionevole) dell’epidemia del virus ebola alcuni giorni prima dell’uscita dell’omonimo film.[/vc_column_text][/vc_column][/vc_row]